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In arrivo gli Incontri Musicali 2015

Dal 1° al 12 settembre 2015 a Sant’Erasmo.
Tutti gli appuntamenti alle ore 21.00 e con ingresso libero.
I concerti dei giorni 1 e 2 settembre sono in collaborazione con il Festival Massimo Amfiteatrof di Levanto.

In archivio sono apparsi i “Racconti d’Inverno” (2005)

La Lente ha promosso due premi per racconti: il primo, nel 2005,  è stato per un “Racconto d’Inverno”. Abbiamo rintracciato la pubblicazione dei racconti, quelli premiati e quelli che hanno partecipato. Ci sono molte firme note…
Li trovate nelle pubblicazioni del 2005. Buona lettura!

O sole mio

Domenica di fine marzo, tempo variabile, nuvole grige, mare grosso e vento teso…..
In questo clima da giacca imbottita qualcuno festeggia l’inizio della stagione: è un noto ristorante bonassolese, che non faticherete a riconoscere.
Non entro nei particolari, ma ecco una raccolta di sensazioni: profumo di pizza appena cotta nel forno nuovo, luce di mareggiata e salsedine sbattuta sui vetri, le voci degli amici (molte con caldo accento napoletano), atmosfera rilassata e soprattutto una grandissima gioia che nasce dalla musica.
A suonare ci sono infatti le chitarre di Nico Di Battista, Max Puglia e Francesco Cavaliere: un trio assolutamente formidabile! Tre anime musicali diverse, tre suoni e tre linguaggi particolari, ma legati da un ritmo incalzante, perfettamente in equilibrio, trainati da un basso che non perde mai l’andatura. Una musica travolgente, virtuosistica, a tratti vertiginosa, eppure sempre ricca di emozione, sempre chiara nella costruzione, sempre comprensibile e calda. Ogni strumento disegna perfettamente la sua strada e la intreccia con gli altri dando profondità al tessuto musicale. C’è molta gioia e molta generosità in questo modo di suonare, e anche a volte malinconia, come nel fantastico “O sole mio” che contraddice qualsiasi sfoggio tenorile per essere canzone intima intrisa di nostalgia e di calore estivo.
Un tuffo nella cultura di Napoli, dove la sapienza antica si lega magicamente con lo sperimentalismo più moderno e il sentimento sa vivere nel ritmo. Meraviglioso!
La stagione non sembra ancora cominciata, visto il freddo, ma questa esperienza di musica, cibo e amicizia è talmente corroborante che la trovo il migliore augurio per un felice futuro.
Grazie a Rosario, Vincenzo e Fabio per questo regalo!
Tiz

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Il nome della pista ciclabile

Un paio d’anni fa il Comune ci aveva chiesto di indire una raccolta di proposte per dare un nome alla pista ciclabile che collega Bonassola a Levanto e Framura. La Lente ha raccolto circa 100 proposte, le ha pubblicate e anche trasmesse a Comune e Pro Loco, ma poi nulla è successo.
Ecco la raccolta completa con i nomi degli autori. Se trovate qualcosa di bello… parliamone!

pista ciclabile – nomi sito

Crostata con le mele – ricetta di Marcella Rocca

Ingredienti:
farina 300 gr.
zucchero 130 gr.
burro 120 gr.
1 uovo
1 limone
5 mele gialle
uvetta 150 gr.
1 pizzico di sale
1 pizzico di lievito
2 cucchiai di zucchero di canna

Preparare la pasta frolla: setacciare la farina sulla spianatoia, disponendola a fontana e mettere al centro lo zucchero, il burro tagliato a dadini, il sale, il lievito, l’uovo, la scorza dl limone grattugiata; mescolare con una forchetta gli ingredienti e impastare velocemente il tutto con le mani ottenendo una pasta omogenea.
Raccoglierla a palla, cospargerla leggermente di farina e lasciarla riposare in una ciotola per ½ ora nel frigo. Nel frattempo sbucciare le mele  e dopo averle pulite tagliarle a fette sottili in una terrina, condirle con  lo zucchero di canna, il succo del limone e l’uvetta precedentemente lasciata in ammollo in acqua tiepida.
Dividere la pasta frolla in due dischi: uno di 2/3 della pasta e l’altro di 1/3. Con il primo disco foderare una tortiera nella quale avremo già messo un foglio di carta da forno.
Aggiungiamo le mele condite. Copriamo con l’altro disco di pasta frolla. Infornare in forno caldo a 180° per 25 minuti.
Si serve fredda…ma calda con una pallina di gelato alla vaniglia è una vera chicca.
Marcella Rocca

Un nuovo approdo

Mareggiata a Bonassola

L’Isola era apparsa all’improvviso, molti anni fa, nel mare di Bonassola. Era un oggetto curioso: emersa un mattino senza avvertimento alcuno, si era collocata proprio al centro dello spazio raccolto tra le due braccia frondose dei promontori. L’evento sarebbe già stato straordinario, se avesse portato solo i segni di una qualche rivoluzione geologica… Ma appariva ancora più straordinario: tutto era avvenuto con grande facilità e quel fazzolettino di terra era saltato fuori dall’acqua bello asciutto, con il suo ciuffetto di pitosfori, un piccolo pontile per le barche e, soprattutto, una minuscola redazione pronta a funzionare. Era la redazione della “Lente”.
Per molti anni l’isolotto era rimasto lì e i Bonassolesi avevano imparato ad apprezzarlo: qualcuno lo guardava dalla riva, altri lo frequentavano per il piacere di incontrarsi con amici e guardare insieme le case e gli uliveti sulla costa, altri ancora ne facevano la meta di qualche sfida di nuoto estiva (un motivo per quattro salutari bracciate oltre le bandierine). La redazione intanto raccoglieva e sfornava idee e pagine scritte, che godevano di un certo successo in paese e anche oltre i confini del golfo.
Un giorno però, così come era apparso, l’isolotto scomparve silenziosamente: risucchiato dalle acque? inghiottito dalla nebbia? Gli scienziati dissero che poteva essere il capriccio di un’isola vulcanica… Sul mare restarono a galleggiare solo una manciata di fogli sparsi, qualche rametto di pitosforo, due matite e un grembiule nero, forse quello del tipografo. La sparizione suscitò una certa tristezza fra quanti si erano affezionati all’isolotto, ma in fondo c’erano tante altre cose da pensare: anche chi era abituato ad approdare, magari con qualche appunto nelle tasche da proporre alla redazione, comprese che quella storia era finita. Persino il tecnico delle rotative legò la barchetta alla boa e andò a cercare lavoro in città.
Però, forse, qualcosa della vitalità dell’isolotto covava sotto le onde… lo spirito della “Lente” non era del tutto morto. Accadeva negli ultimi tempi sempre più di frequente che qualcuno tornasse dalla spiaggia o dai sentieri in collina dicendo che aveva visto segni strani: un ribollimento dell’acqua, magari, oppure della schiuma, o qualche bagliore di luce, proprio lì dove tutti si ricordavano l’isola. I lettori e i collaboratori riprendevano in mano i vecchi fogli del “giornale” che veniva prodotto da quella minuscola redazione e venivano presi da una sottile nostalgia; qualcuno ricominciava a scrivere e a mettere da parte qualche scarabocchio, pensando che, prima o poi, avrebbe potuto trovare di nuovo asilo su qualche pagina…
Fu così che il giovane apprendista della redazione cominciò a dire quello che aveva sempre pensato: l’isola non era affatto sparita, ma semplicemente la gente non la vedeva più. Gli venne un’idea fulminante e urgente; saltò sulla sua lancetta e si mise a remare vigorosamente, fiducioso, andando a memoria sulle sue abitudini di un tempo, con le spalle all’orizzonte. Dopo pochi minuti era sul posto giusto e si voltò trepidante: l’isola era lì, quasi intatta.
Era deserta, infestata di erbacce. L’orto del custode era seccato dal sole, ma il ciuffetto di pitosfori era proprio lui, bello verde. Legò la barca e mise piede a terra, poi guardò la piccola costruzione: sul muro era ancora appesa l’insegna “Redazione”, la porta aveva qualche vetro rotto, una finestra sbatteva e c’era un po’ di fango sui gradini d’ingresso. Entrò. La luce del sole faceva brillare la polvere sui tavoli e le ragnatele sulle macchine, ma tutto sembrava ancora abbastanza in ordine. Sulla sedia vicino alla finestra c’erano ancora molti peli del gatto della redazione… Sulla scrivania del proto vide uno strano, vecchio appunto, sottolineato in rosso: “TACCUINO si scrive con due C!!!” e gli venne in mente un buffo episodio della passata vita di redazione. Su tutti questi ricordi si stendeva il solito, acre profumo d’inchiostro.
Forse sarebbe stato possibile rimettere tutto in funzione?
Sul tavolo c’erano un paio di matrici degli ultimi numeri della “Lente”, mentre in fondo alla stanza riconobbe il grosso armadio dell’archivio e aprì la prima anta: un blocco di carte rovinò scompostamente al suolo e il panorama interno rivelò subito un potente disordine. La mano sfiorò le raccolte e i fascicoli sparsi, gli Almanacchi, gli appunti, i dischetti dei computer che non si usano più da moltissimo tempo… Cominciò a leggere i primi numeri, poi quelli degli anni successivi, prendendoli a caso nel mucchio, e riconobbe molte firme, ritrovò ricette e disegni, ricordò persone, fatti, emozioni. Gli sembrò che quel materiale fosse ancora divertente, che raccontasse una grande storia collettiva. Gli sembrò roba importante, insomma, da non perdere. Così cominciò a pensare di metterlo in ordine e di restituirlo ai lettori, magari con mezzi più nuovi… e poi di vedere se poteva ripulire la redazione e rimetterla in moto.
Una cosa però gli rimaneva ancora da controllare.
Salì le scale di corsa, fino alla terrazza sul tetto, e si arrestò ansimante: stava davanti alla sagoma della grande lente. Il macchinario sembrava ancora utilizzabile; sarà stata da regolare e da lubrificare, forse, ma il cristallo era intero. Riuscì ad alzarla e a orientarla, malgrado qualche cigolio… Quante volte si erano riuniti lassù tutti insieme per guardare Bonassola in cerca di particolari da raccontare! E qualche notte avevano persino puntato le stelle, con quello strumento stravagante!
Passò uno straccio sulla superficie trasparente e girò la lente verso la costa: case, boschi, qualcosa di nuovo, qualcosa di meno, qualcosa di cambiato… biciclette!
Poi mise a fuoco un’immagine sorprendente: una signora, sulla riva del mare, stava sventolando un fazzoletto e salutava. Ma in mare non c’erano barche, né bagnanti (era inverno, perbacco!). Chi salutava la signora?
Spostò di poco lo strumento e vide un giovanotto che indicava a una ragazza un punto verso l’orizzonte, ma il dito non andava poi così lontano: il suo gesto sembrava fermarsi proprio lì, sul ciuffetto di pitosfori… Poco più in là un gruppetto si parava gli occhi dal sole e gesticolava guardando il mare, mentre un bambino stava facendo una fotografia verso il centro del golfo. “Ma allora mi vedono! Vedono l’Isola!” esclamò l’apprendista tutto emozionato. Poco dopo squillò anche il telefono della redazione…
Ecco, la storia è questa. Il nostro eroe è ancora lì che mette ordine nel materiale della “Lente”, ma questo sito è già vivo e collega tutto il mondo con l’Isola dei pitosfori…
Tiz

Sulla passerella (di Elisa Rocca)

Sulla passerella ci puoi correre, andare in bici, passeggiare, camminare a passo svelto.
Quando sei stanco ti puoi fermare e scegliere: guardare il mare, sempre uguale e sempre diverso, meraviglioso e unico; scambiare due chiacchiere con il pedone o il ciclista che incontri; ascoltare le argomentazioni dei vari “direttori dei lavori” che stazionano ad ogni ora in prossimità del cantiere; oppure puoi sederti, tra un vaso e l’altro, sull’improbabile sedile di cemento per rialzarti quasi subito col sedere dolorante…
Sulla passerella puoi fare tante cose, anche rubare, per esempio…
E’ successo qualche giorno fa. Facevo la mia solita camminata (che fa tanto bene!) quando a metà circa della serie di grandi vasi di piante grasse, ho notato un signore anziano munito di sacchetto di plastica (di quelli, per intenderci, che si usano per la spesa) che, attento e impegnato, frugava tra le piantine.
“Però! – ho pensato – Questo qui non sapendo come occupare il tempo, si è messo ad estirpare le erbacce!” –
E, mano a mano che mi avvicinavo, il sacchetto bianco si ingrossava… ma, stranamente, nei vasi già “frugati” i fili d’erba c’erano ancora…
“Ma allora cosa sta facendo?”
La spiegazione, involontariamente, l’ho avuta quasi subito e dalla viva voce del signora suddetto che, fermatosi a conversare amabilmente con un conoscente del suo paese (non Bonassola) dichiarava: “Sai, a casa ho un vaso grande da riempire con qualche pianta grassa…Così mi sono detto: – Se ne rubo una qua, una là, non se ne accorge nessuno..”
Visto come è facile abbellirsi il terrazzo? E a spese degli altri, soprattutto?
Complimenti amico! Mi hai dato una bella idea: domani, o quando non ho niente da fare, arrivo a casa tua, precisamente nel tuo giardino e, munita di sacchetto della spesa, rubo una piantina qua e una là…tanto tu non te ne accorgi…ed io mi “rifaccio” il terrazzo….
Elisa

 

Appunti astronomici di Ugo Deltorchio

In questo mese sono visibili per gran parte della notte, in ordine di apparizione, Giove, Marte e Saturno, al mattino prima dell’alba Mercurio e Venere, inconfondibile punto luminoso ad est-sud/est.
Ad Aprile avremo Marte in opposizione il giorno 8, Saturno il 10 Maggio, Nettuno il 29 Agosto ed Urano il 7 Ottobre.
Ci saranno 2 eclissi di Sole rispettivamente il 29 Aprile (eclisse anulare) visibile in Antardite, sud-est Asiatico e Australia, e il 23 Ottobre (eclisse parziale) visibile in Nord e Centro America.
La Luna verrà oscurata dall’ ombra terrestre il 15 Aprile (totale in Nord America, parziale Sud America Ovest Africa e Oceania) e l’8 Ottobre (Asia, parte del Pacifico e zona Est dell’America del Nord).
Possiamo dire che, al momento, il 2014 per l’Europa sarà un anno “avaro” di eventi che fanno da richiamo, da cassa di risonanza al grande pubblico; non per questo possiamo altrettanto dire che anche la semplice osservazione del cielo in una notte qualunque non possa darci piacere e soprattutto lo spunto per capire come e quanto è grande l’ Universo e quanto piccoli siamo noi
Ugo